Ciao amici di Voland
Ho deciso di inserire nel blog della libreria un editoriale mensile, solo qualche riflessione sul mondo dei libri, e si parte da giugno.
Il tema che ho voluto scegliere per l'esordio è quello più generale delle librerie, e soprattutto dei punti vendita medio-piccoli.
Probabilmente ci aspetterebbero altre posizioni da un “libraio indipendente”, ma oggi sono dell'opinione che non ci siano battaglie ideologiche da fare, né distinzioni ideologiche tra grandi librerie e piccole realtà (sebbene non nascondo che in passato io abbia avuto altri punti di vista).
Ritengo che si debbano distinguere le librerie unicamente in base alla qualità dell'offerta che propongono, all'identità che hanno, al servizio che forniscono, e ad altri parametri. Certamente, se me lo si chiede, rispondo che preferirei non ci fossero sconti di nessun genere sui libri (ma prezzi di copertina generalmente più bassi), ma questo è un altro discorso, magari da affrontare in un prossimo editoriale, perché non me la posso cavare con poche righe.
Prima di lamentarsi, di un certo tipo di concorrenza o della/e crisi, c'è tanto margine ancora che compete al singolo libraio, a me. Uno spazio per concentrarsi sul lavoro, migliorarlo, trovare i punti deboli, ideare proposte e iniziative che incoraggino i potenziali lettori ad avvicinarsi.
Per queste ragioni, partendo intanto e solo da me, per evitare di ragionare per categorie, con Voland cerco sempre di tener fede ad alcuni obiettivi: un servizio efficiente per i clienti che decidono di rivolgersi alla mia libreria, cercando di arrivare,in tempi rapidi, ad esaudire (quasi) ogni richiesta; una proposta adeguata delle novità editoriali; il mantenimento di un'identità riconoscibile.
Mi soffermo brevemente soltanto sull'ultimo punto.
Le librerie indipendenti spesso hanno superfici contenute, per cui, potendo ospitare solo una porzione limitata delle decine di migliaia di novità pubblicate in un anno, devono operare parecchie scelte. Ed è in base a queste selezioni che si manifesta l'identità di una libreria. E questo è un punto di forza, una qualità, a patto che una connotazione precisa non si tramuti in snobismo, o esclusione di determinati titoli o autori. Io sono del parere che, entrando in una libreria, ci si debba accorgere di un'identità positiva, propositiva, anche perché le pubblicazioni di molti scrittori (che piacciano o meno al libraio) è il caso di non farsele mancare, altrimenti si sceglie di fare il salottino letterario, per gli amichetti, per quelli che condividono le “letture giuste” col libraio, ma non mi è mai interessato questo profilo.
Mi auguro di non avervi annoiato e soprattutto spero possano arrivare consigli, pareri, indicazioni, suggerimenti.
A presto e buone letture!
Davide
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